Museo Archeologico
Il Museo Archeologico di Valmontone è stato inaugurato nel 2003 grazie ad un accordo stipulato con il Comune di Valmontone, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e la società Treno Alta Velocità.
I lavori per la costruzione di nuove infrastrutture ferroviarie avevano infatti messo in luce una serie di siti archeologici di notevole importanza; i reperti in essi rinvenuti e i dati raccolti sul campo, risalenti ad un arco cronologico compreso tra l'età arcaica e quella tardo-imperiale, costituiscono il primo nucleo del MAV.
Il piano terra del museo (ingresso, libreria, tre sale espositive e una sala conferenze) trova posto una sezione introduttiva al territorio e alla viabilità antica e contemporanea ospita una sezione introduttiva al territorio e spazi adeguati ad accogliere oggetti di vecchia e nuova acquisizione, mostre temporanee, eventi culturali ed iniziative civiche.
Il primo livello è dedicato all'illustrazione del territorio con importante suddivisione ed accenni alla Valle Latina e Valle di S. Ilario.
Il secondo livello (quattro sale espositive) è invece dedicato alla presentazione analitica dei siti archeologici rinvenuti e all'illustrazione di temi generali ad essi connessi: il villaggio di carbonai di Colle Carbone, l'insediamento produttivo e la necropoli di Colle dei Lepri la mansio, le terme e la fornace di Colle Pelliccione.
Nella Quarta sala detta “archeologia ad alta velocità” troviamo un plastico illustrativo del territorio attraversato dalla linea e comprendente i comuni di Valmontone, Artena, Labico e Colleferro.
La prima sala del piano superiore è dedicata a Colle Carbone, colle valmontonese denominato dal villaggio dei carbonai documentato dai ritrovamenti risalente attorno ai secoli IV e II a.C.
La sala successiva dedicata al sito di Colle dei Lepri dove sono state studiate numerose stratificazioni murarie che hanno rivelato una continuità d'uso che va dal IV secolo a.C. al IV d.C. Tra i corredi funerari rinvenuti nelle sei sepolture, significativo è il così detto “pettorale della fanciulla di Valmontone”, ornamento in cuoio traforato decorato con lamine di rame dorato e lamine d'oro. La terza sala illustra il sito di Colle Pelliccione, punto in cui, secondo le cartografie antiche, si incontravano la via Latina e la via Labicana; archeologicamente si delineano due principali fasi costruttive che lo descrivono come luogo di sosta e ristoro dotato di terme.
L'ultima sala è completamente dedicata alla manifattura di laterizi prodotti dalla fornace rinvenuta nel 1996 a Colle Pelliccione e collocabile tra il I secolo a.C. e il II d.C.